martedì 28 luglio 2015

cinematografo - CINQUANTA SFUMATURE DI MARRONI

ieri sera
forte di una temperatura impostata sui diciassette gradi
ho preso il coraggio a due mani
e mi sono flagellato con due ore di sfracanamento di maroni.
un ammorbamento così sapientemente sfumato
che invece di due ore
ne sono sembrate cinquanta
piene piene.

per la rubrica

non potevo certo rimanere col dubbio che l'altissimo JAMIE DORNAN
avesse regalato un senso di nicchia al lungometraggio.
così mi sono infilato nella banale eppur vendutissima storia
per scoprire che tutto era molto peggio di come me lo aspettassi.

all'epoca del libro ho evitato accuratamente di leggere ogni articolo che lo riguardasse.
mi sono dunque formato un'idea del tutto personale della trama del racconto.
l'ho infarcita, lo ammetto, di qualche spunto feet-fetish che sapevo non avrei trovato nella versione originale
ma ho investito pure sui dettagli psicologici
sul taglio interiore che un percorso verso la dominazione avrebbe dovuto avere
secondo me.

ebbene
nulla di ciò che ho immaginato
ho ritrovato nel film.
nessun percorso psicologico
nessun percorso materiale
figuriamoci allora il percorso feticistico.

per due ore
lei balbetta
perennemente stupita di fronte alle richieste per niente intriganti di lui.
la poveretta
non riesce a capacitarsi di come un bilionario strafigo e trentenne provi per lei un interesse.
nessuno, in realtà, lo capisce
ma lei, giustamente, accetta la situazione come una benedizione divina
e smania per essere deflorata.
benché affatto acuta
si rende conto ben presto che non ci sarà spazio per coccole e smancerie.
d'altra parte lui non fa l'amore
SCOPA, FORTE!
battuta che probabilmente avrà suscitato nelle sale
indignazione manifesta e occulto friccicore in tutte le donne etero dabbene a cui il libro si rivolge.

niente rose dunque
niente cene
nessuna notte passata insieme appiccicati a cucchiaio.
anzi
un bel contratto
in cui
articolo per articolo
si stabilisce come lei potrà essere usata da lui.
bada bene
dice lui
senza la firma, neanche una frustata
ma poi lei confessa di essere vergine
e lui
novello ufficiale gentiluomo
la prende in braccio e la porta in camera da letto
dove la scopa PIANISSIMO
mandando a puttane una buona ora di inutile racconto.

a mandare a puttane la seconda ora ci pensa invece lo sfinente tira e molla di lei
indecisa sul concedersi o meno
sul firmare o meno
il tutto senza un minimo di curiosità nei confronti di un mondo nuovo che lo strafigo le sta mostrando.
 nessun abbandono
nessuna voglia di abbandonarsi
solo qualche piccola concessione, sofferta, per il timore che lui si trovi un'altra vittima.
di erotismo quindi neanche l'ombra.
del resto tutte le premesse sono puntualmente buttate nel cesso con meticolosa dedizione.

il contratto
per esempio
può essere un valido strumento di umiliazione
ma tutto crolla
anche gli zebedei
se i termini usati per definire le due parti sono
SOTTOMESSA e DOMINATORE
anziché SCHIAVA e PADRONE

nella stanza dei giochi
il dominatore spiega alla sottomessa come dovrà aspettarlo:
nuda
in ginocchio
testa bassa
vicino alla porta.
durante il resto del film
mai una volta il dominatore manda la sottomessa ad aspettarlo nella stanza dei giochi!

più in generale
manca ogni tentativo di sottomissione reale
mentale
da parte di lui, nei confronti di lei.
l'interesse del dominatore
si esaurisce in bizzarre pratiche sessuali
che bizzarre non sono affatto
e che si limitano anzi a qualche sculacciata e a qualche frustata.
manca completamente il gusto della dominazione psicologica
vera sorgente di ogni traduzione in pratica.

come se non bastasse
si insinua fin da subito
l'urticante tentativo di dominazione dal basso che la sottomessa
inconsapevolmente
porta avanti per tutta la storia
cercando di psicoanalizzare
giustificare
e ovviamente guarire
il suo carnefice wannabe
nel bieco progetto di trasformarlo in un banale romantico lobotomizzato fidanzato miliardario.
ciccia, firma 'sto contratto, chinati, e non rompere i coglioni!
viene più volte da dire allo spazientito spettatore
ma ogni speranza si vedrà frustrata al comparire dei titoli di coda.

facile intuire allora come nessuna attenzione sia riservata all'oggetto che qui si brama!
nessun contatto della sottomessa con i piedi del dominatore
ci mancherebbe altro
che neanche lo si pensi!
ma anche un dettaglio
un close-up è negato all'occhio del patito
solo qualche inquadratura, di sfuggita, neppure degna di essere riportata.

una totale perdita di tempo quindi
che non è valsa neppure ad offrire lo spunto per arricchire queste parole con edificanti figure!
mi rifarò allora ad immagini di repertorio
atte a testimoniare quanto il talento di JAMIE
si stato colpevolmente sprecato.
un piglio tutto irlandese
una bellezza facile eppure decisa
una armonia
una delicatezza
che non spaventa il neofita
(foss'anche di sesso femminile)
una gradevolezza maschile eppure discreta
che ben si presta al ruolo di nave scuola
su cui provare provare provare provare provare
fino a imparare come comportarsi
di fronte a tali doti

per ogni altro spunto
mi permetterò di rimandare al ben più lauto tributo che ebbi il piacere di dedicare a
JAMIE DORNAN
qualche tempo fa
e pazientemente aspetterò la seconda infornata di sfumature
in cui però i ben informati mi parlano di matrimonio fra i due
ed un inevitabile crollo delle aspettative già in partenza ridotte al lumicino!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma sono l´unico rimasto a commentare ?

Lele 71 ha detto...

Commento anch'io a Jaime Dornan lo legherei lo benderei e gli leccherei i piedi

Lele 71 ha detto...

Commento anch'io a Jaime Dornan lo benderei lo imbavaglierei e gli leccherei i piedi